Dal primo periodo ferrarese fino agli anni ’60 Giorgio De Chirico ha spesso rappresentato nelle sue enigmatiche composizioni dolci, biscotti e forme di pane della tradizione ferrarese, probabilmente con precise valenze simboliche legate alla propria memoria affettiva. Nel 1915, allo scoppio della grande guerra, De Chirico si trasferì a Ferrara, dove conobbe Carrà, con il quale condivise i principi della “scuola metafisica”, caratterizzata da un libero e fantasioso recupero della tradizione, ma anche dalla rappresentazione pittorica di concetti letterari e filosofici.Al soggiorno ferrarese risalgono alcuni capolavori dell’arte dechirichiana : “Ettore e Andromaca” (1917) e “Le Muse inquietanti” (1918). Sempre a Ferrara De Chirico iniziò a dipingere i suoi famosi Interni metafisici, spazi architettonici fantasiosi contenenti molteplici oggetti (scatole, biscotti, termometri, cubi, giocattoli vari, manichini, squadre da disegno, carte geografiche,mobili), immersi un’atmosfera carica di immobilità e silenzio. Tipiche opere metafisiche del periodo sono: “Malinconia della partenza” 1916 ,”Interno metafisico”, 1916, “Il sogno di Tobia”, 1917.
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I biscotti ferraresi di De Chirico
Posted in arte, Ferrara, infanzia, metafisica, pittura on 31 agosto 2011| Leave a Comment »
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